Fabrizio Catalano è una creatura curiosa, che si è dedicata soprattutto alla regia teatrale, non disdegnando incursioni nella drammaturgia, nel cinema, nella televisione, e lasciandosi a più riprese tentare dalla letteratura, dalla saggistica, dalla traduzione delle opere di autori simbolisti.
Ma la definizione che forse a Fabrizio più s’attaglia è quella di cacciatore di nubi: insoddisfatto, a tratti indignato dal suo tempo, tenta di non rinunciare alle idee, alla bellezza consapevole, all’indipendenza di giudizio, alle aspirazioni.
Espone per la prima volta alcune delle fotografie – rigorosamente non ritoccate – raggranellate a migliaia in ogni angolo del pianeta.