Enrico Tubertini

Enrico Tubertini nasce a Bologna nel 1969. Sin da piccolo rimane affascinato dall’uso dei colori, passione che trova notevole sviluppo nel disegno dove i toni caldi la fanno da padrone. Sarà con l’avvicinarsi alla tecnica fotografica che la sua formazione artistica troverà un’evoluzione. Negli anni novanta sperimenta l’utilizzo di gelatine arrotolate intorno all’obiettivo che danno un aspetto lisergico ai suoi paesaggi/soggetti, liberandoli dalla loro natura reale. Nel ’91 consegue il diploma di “Tecnico tv locale” e inizia la collaborazione con case di produzioni per la realizzazione di videoclip di artisti noti italiani.
Nel frattempo frequenta il D.a.m.s. entrando in contatto con le avanguardie artistiche di Bologna e nel 1994, entra a far parte del Link, gruppo Opificio Ciclope nel settore video dove sperimenta la tecnica del “passouno” realizzando alcuni lavori. Risalgono a quel periodo la realizzazione di opere “catofotografiche”, termine da lui coniato, che corrispondono a immagini fotografiche create intervenendo direttamente sulle fasi dei colori del televisore, stravolgendo l’Rgb. Con opere realizzate con questa tecnica nel ‘96, chiama a raduno diversi artisti bolognesi, organizzando presso il Link la mostra collettiva Pixies.
Nel ‘96 si trasferisce a Roma dove continua come assistente e aiuto alla regia e come videomaker indipendente. Firma alcune regie di cortometraggi, videoclip, documentari ricevendo riconoscimenti. La sua attività lo porta a lavorare anche all’estero come autore e regista in produzioni internazionali.
Nel 2008, mentre sta costruendo un teatro del quale dovrà essere direttore artistico si avvicina al digitale, creando la collezione Le mani addosso, rielaborazione dell’immagine di quarantadue grandi personalità appartenenti alla storia del teatro, inserendo un aforisma all’interno dell’opera stessa. Le opere sono create con la tecnica della pittografia, termine già in uso ma al quale l’artista dà una nuova accezione. Dal 2013 inizia a esporre le pittografie e arrivano le prime commissioni. Ha esposto nell’ex manicomio di Roma Santa Maria della Pietà e in altri luoghi adibiti a spazi espositivi. A partire dal 2014 l’artista affina e modifica la sua tecnica utilizzando il mondo del personaggio o della persona comune che vuole rendere protagonisti, dando vita a opere intime e uniche. Nascono così le personografie, dalle quali scaturiscono le trasmutografie, le digitografie e le vorticografie.
Scomponendo poi l’immagine del soggetto, nasce la divisografia mentre intervenendo direttamente sull’opera vengono create le sperimentografie o digitografie interattive. Nel 2016 presenta la sua mostra personale RITRATTI + TRATTATI presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Faenza “La Molinella”. La pittografia raffigurante Massimo Troisi, commissionatagli dall’attore Enzo De Caro, dal titolo L’altruista viene esposta nel novembre del 2014 e poi donata all’Auditorium di Scampia (Na). Tra i clienti che hanno voluto una loro personografia con l’inconfondibile stile di Tubertini, vi sono ristoratori di Milano, Bologna, Spoleto e Anversa.
La sua personografia “LEO500” è stata acquistata dal Museo delle Macchine di Leonardo a Venezia, mentre quella che racconta l’artista romano Paolo Salvati è stata acquistata dall’Archivio Paolo Salvati, fondato dagli eredi. La personografia dedicata a Troisi, Zio Massimo, voluta dal nipote dell’attore/regista napoletano è stata esposta a Castel dell’Ovo di Napoli in occasione della mostra Troisi Poeta Massimo.
L’artista nonostante la sua sia Arte Digitale, Enrico Tubertini crea solo lavori a tiratura unica nei quali ultimamente aggiunge resina rendendo l’opera ancora più personale ed è reduce da diverse presenze all’estero, Lisbona, Copenhagen, Vienna, Bruxelles, Eggedal in Norvegia, Dubai, Oman, dove ha partecipato a esibizioni collettive e fiere internazionali, mentre in Italia ha esposto a Bologna, Mantova, Roma, Milano, Firenze, Parma, Faenza, Udine, Teramo, Trieste, Venezia. Ha un’intera pagina a lui dedicata nell’edizione 2024 dell’Atlante dell’Arte Contemporanea in corporate con il Metropolitan Museum di New York e pubblicato da Giunti Editore. Un tarologo gli ha commissionato una personografia, Le Mat,  ispirata alla nota carta dei tarocchi marsigliesi che hanno deciso di chiamare tarografia. Da poco ha concluso un progetto sui baci famosi, creandone una personografia e diverse trasmutografie, alcune già vendute.
L’artista è rappresentato a Copenaghen dalla Sapere Aude Gallery e in Italia dalla Arte & Antichità Passato e Presente di Lamezia Terme.
“Perché creare forme nuove, quando basta rielaborare le esistenti con gusto ed eleganza?”